Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione

Forse dovremmo spiegare nuovamente cos'è una tv pubblica.
La radiodiffusione pubblica, così come la telediffusione pubblica, è una forma di servizio pubblico destinato a servire le diverse esigenze di visualizzazione o di ascolto del pubblico su scala nazionale, è pagata dai cittadini con un canone annuale direttamente sul conto della luce.
Deve seguire le leggi dello Stato e dare ampia possibilità e diritto alla libertà di pensiero come dichiarato nella Dichiarazione universale dei diritti umani che afferma all'articolo 19: «Ogni individuo ha il diritto alla libertà di pensiero, coscienza e di religione; tale diritto include la libertà di cambiare religione o credo, e la libertà di manifestare, isolatamente o in comune, sia in pubblico che in privato, la propria religione o il proprio credo [...]» poi
La libertà di pensiero (art.21) La libertà di manifestazione del pensiero è tra tutte le libertà civili, sicuramente la più importante ed espressiva perché interessa da un lato, la vita spirituale dell'uomo e il patrimonio, le idee di cui egli è portatore, dall'altro la sua partecipazione alla vita e al progresso del paese.
La Costituzione della Repubblica Italiana, all'articolo 21, recita: «Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.»
La Costituzione della Comunità Europea infine recita all'articolo II-70:
«1. Ogni persona ha diritto alla libertà di pensiero, di coscienza e di religione. Tale diritto include la libertà di cambiare religione o convinzione, così come la libertà di manifestare la propria religione o la propria convinzione individualmente o collettivamente, in pubblico o in privato, mediante il culto, l'insegnamento, le pratiche e l'osservanza dei riti.
2. Il diritto all'obiezione di coscienza è riconosciuto secondo le leggi nazionali che ne disciplinano l'esercizio.»
Perché parlo di questo, perché durante il programma TV Pubblica "Porta a Porta" il conduttore Bruno VESPA ha silenziato di nuovo, ma stavolta in una TV del servizio pubblico, e anche in modo piuttosto veemente il dottor Mariano Amici, difensore delle cure precoci e del diritto a non vaccinarsi.
Ieri sera infatti da Bruno Vespa si è passato il limite. Non solo per il fatto che parliamo di una trasmissione della TV pubblica, ma anche per il malomodo con cui il conduttore riprende ed espelle dalla trasmissione il medico di Ardea, contro tutti i principi di libertà della parola e pensiero sopraelencati.
Si parla di vaccino anti-Covid, argomento già di per sé controverso e spinoso.
Nessuno contesta, le morti di trombosi, ora presenti nel bugiardino del vaccino, nessuno contesta che tu possa infettarti con il vaccino, nessuno contesta che puoi prenderti il covid lo stesso anche vaccinandoti (annunciato dal ministro proprio a Porta a porta pochi giorni fa). Pensieri e verità, più o meno discusse che avrebbero un motivo enorme di essere analizzate.
Ma esiste un argomento sul quale però Vespa non sembra voler transigere, l'obbligatorietà del vaccino agli operatori sanitari.
"A differenza di quanto si suole fare, io nella mia carriera ho sempre informato prima il soggetto da vaccinare rispetto alla realtà della vaccinazione, quindi ho sempre messo sul piatto della bilancia i rischi e i benefici",
afferma il dott. Amici,
"quando la bilancia pendeva più per i benefici che per i rischi, io effettuavo la vaccinazione più a cuor leggero. Io non ho mai sconsigliato o consigliato la vaccinazione: quella è una decisione che deve prendere il vaccinando".
A controbattere è prima il Professor Remuzzi (cosa poi ci sia da controbattere?) Direttore dell'Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri: "Il vaccino credo sia una delle cose più belle fatte grazie alla medicina. Effetti collaterali? L'Aspirina, anche in virtù di quanti la utilizzano, ha ad esempio controindicazioni con probabilità molto più alte (agli effetti collaterali chiaro, però dimentica che l'aspirina è usata da 120 anni)", e sull'obbligo di vaccinazione per i sanitari, Remuzzi rincara la dose: "Io credo che un medico può benissimo non vaccinarsi, ma deve decidere in quel momento lì di non poter fare il medico".
[Ma se fosse vero che il vaccino infetta e tutti devono continuare i tamponi o i test per sapere se sono positivi, perché tanto accanimento, obbligherebbero i medici a infettarsi e rischiare di infettare maggiormente gli altri.]
D'istinto, ma comunque nella possibilità di farlo, Mariano Amici risponde:
"Io credo che noi dobbiamo esprimerci in termini scientifici, e non antiscientifici. Il Professor Remuzzi ha detto cose assolutamente antiscientifiche..."
E' a quel punto che parte la furia di Bruno Vespa ad alta voce:
"Il presidente dell'Ordine dei Medici di Roma ha detto che lei è sotto processo. Ecco le dico che se non si vaccina spero vivamente che venga radiato. Buona serata".
Microfono spento, sipario chiuso, mentre Amici si affanna a rispondere invano, "abbiate pazienza ma c'è un limite a tutto", commenta in chiusura il conduttore (ma perché l'ha invitato se sapeva già le sue posizioni, solo per offenderlo??).
Un episodio che fa riflettere, perché la deontologia del giornalista impone di correggere l'ospite in caso dia informazioni errate, ma sulla Rai forse questo andrebbe fatto un pò meno a cuor leggero, anche se ti chiami Bruno Vespa e soprattutto se stai praticamente censurando l'opinione di un intervistato.
"Io come presidente dell'Associazione dei Giornalisti Indipendenti, mi auguro che un giornalista di lungo corso come Bruno Vespa chieda dovute scuse al Dottor Amici e rivaluti il suo comportamento, totalmente contro il diritto di libertà di pensiero".
Djàvlon
Fonte: Rai1; RadioRadio, Oggiscuola; Il Tempo