Pierre de Coubertin Censurato

09/03/2022

Era il 23 giugno 1894, una data da ricordare ai più giovani, ma ormai in epoca di dittature silenziose, dalla pandemia alla Russo-fobia, nessuno lo fa più.

A Parigi dopo un congresso tenuto all'Università della Sorbona, il barone francese, ma di origini italiane Pierre de Coubertin, richiama il mondo, alla costruzione del Comitato Olimpico Internazionale. Certo gli eventi culturali, storici, politico/sociali dell'epoca lo aiutarono e avrebbero velocemente rieditato la concezione dello sport (per lo meno sino ad oggi), trasformandolo nello strumento internazionale per promuovere la pace tra i popoli, concetti che, oggi, dopo le recenti esclusioni Russe e BieloRusse non formano più l'ossatura delle Olimpiadi.

Pierre de Coubertin
Pierre de Coubertin

Perché dico questo?

Analizziamo e prendendo come spunto il concetto di tregua olimpica degli antichi greci, lo scopo dello sport secondo il barone francese era quello di avvicinare le nazioni e di permettere ai giovani di tutto il mondo di confrontarsi in una competizione agonistica, piuttosto che in un conflitto armato.

Beh!? Mi sembra che oggi è successo l'esatto contrario. Escludendo nazioni da quello che poteva essere un momento di pace, per raggiungere uno scopo opposto, continuare la guerra.

Ma non illudetevi questa guerra allo spirito olimpico non comincia oggi.

Dalle Olimpiadi a Mosca del 1980, boicottate in primis proprio dagli Usa e complessivamente da 65 nazioni (tra cui Canada, Israele, Giappone, Cina e Germania Ovest) in protesta per l'invasione sovietica dell'Afghanistan del dicembre 1979, che provocò la rappresaglia quattro anni più tardi, con il boicottaggio delle Olimpiadi di Los Angeles 1984 da parte di Mosca. Furono 14 nazioni del blocco sovietico (tra cui la Germania Est) che non parteciparono all'evento sportivo in risposta ai "sentimenti sciovinisti e isteria anti-sovietica" degli Stati Uniti.

La Cina ha attuato questa forma di protesta in passato, come pure Spagna, Paesi Bassi e Svizzera non inviarono atleti in protesta per l'invasione dell'Ungheria da parte dell'Unione Sovietica, avvenuta solo poche settimane prima, mentre Egitto, Iraq e Libano non parteciparono per la crisi del canale di Suez contro Israele, Francia e Gran Bretagna.

Dal 1964 al 1992, inoltre, è stata vietata la partecipazione del Sudafrica alle Olimpiadi per la politica di apartheid. I Giochi Olimpici hanno risentito anche degli attriti tra le due Coree: la Corea del Nord rifiutò di partecipare ai Giochi Olimpici di Seul 1988 per non avere ricevuto il permesso di organizzare i Giochi con la Corea del Sud. Nonostante il boicottaggio.

Per quanto non si tratti di un boicottaggio completo, gli USA non hanno inviato a Pechino 2022 la rappresentanza diplomatica e la Cina non ha accolto di buon grado l'annuncio di Washington, che definisce una "farsa" e una "politicizzazione dello sport".

Poi la decisione del Wada, organo di controllo del doping, di bannire la Russia (come Russia dalle olimpiadi per un presunto doping di stato)

Il governo russo, i funzionari olimpici, ma anche Vladimir Putin, hanno riconosciuto i casi di doping (che avvengono anche con quasi tutti gli atleti di altre nazioni, tra queste l'Italia) e più in generale l'abuso di certe pratiche nella preparazione atletica degli sportivi (come è successo negli USA, Canada, Spagna e Jamaica). Ma la Russia respinge le accuse di gestire uno schema di doping sponsorizzato dallo Stato, tra le principali e più controverse accuse del Wada, preferendo parlare di responsabilità personali di certi funzionari. Non sono mancate però le accuse all'Occidente, che secondo Mosca continua a soffrire una forte "isteria anti-russa", come ha detto l'allora primo ministro Dmitry Medevedev.

E difatti ecco il conflitto Russo-Ucraino e nuovamente l'esclusione degli atleti Russi, includendo questa volta anche gli atleti para-olimpici.

Adesso lo Sport esclude e non media la pace, ma punisce.

Insomma alla faccia dello scopo dello sport, secondo il De Coubertin che era quello di avvicinare le nazioni e di permettere ai giovani di tutto il mondo di confrontarsi in una competizione agonistica, piuttosto che in un conflitto armato

Adesso non solo nelle olimpiadi, ma anche nello sport in generale, la russo-fobia ha preso i cuori di chi, senza merito, comanda lo sport nel pianeta, cioè la politica e il denaro.

Certo è che se questa logica valesse per li USA, loro non avrebbero mai più partecipato a nessuna Olimpiade.

Dal 1945 ad oggi gli USA sono stati protagonisti nelle guerre di Corea; Vietnam; Cuba (Baia dei Porci); Repubblica Domenicana; Cambogia e Laos; Grenada; Libia; Panama; Kuwait (Golfo 1); Somalia; Bosnia (Serbia); Afghanistan; Sudan; Kosovo (Serbia); Afghanistan (2a volta) e Iraq (Golfo 2), Siria; di nuovo Libia; Iraq e Afghanistan (terza volta per entrambe); Yemen; Somalia (2a volta) e Pakistan; Siria e come se non bastasse hanno basi ed armi in oltre 25 paesi e soldati in Giappone (oltre 53.000), Germania (oltre 34.000), Corea del Sud (circa 27.000), Italia: (poco meno di 13.000), Regno Unito (circa10.000). Ci sono poi nove paesi che hanno tra i 1.000 e i 9.000 di soldati USA sul loro territorio, tra cui Spagna, Turchia e Iraq, ventuno paesi che hanno qualche centinaio di soldati e centoventicinque che ne hanno tra 1 e 100, questo perché si sono ritirati proprio ieri dall'Afganistan. 

Sono ragionamenti semplici, che chiunque può fare, e convergono verso un'unica domanda semplice: per quale motivo gli Stati Uniti, a prescindere, si sentono in dovere di fare almeno una guerra ogni 3/4 anni? E avere armi e soldati sparsi per il mondo? Andiamo ... a torto o ragione ci deve essere un motivo per il quale sono sempre bandiere americane, quelle bruciate per il mondo. Adesso alla fin fine e con gli stessi colori (blu, rosso e bianco), vogliono far bruciare anche quelle della russia.

Lo sport è in mano a politici del Deep State? Alcuni dicono di sí, noi ci limitiamo a fare la domanda. 

Che peccato un'occasione per far incontrare, tra i paesi in conflitto, chi ama la pace, via sport. 

In compensazione, noi italiani, fra sanzioni e russo-fobia, tra invio di armi in Ucraina e la censura al celebre direttore d'orchestra Valerij Abisalovič Gergiev, colpevole di essere nato in Russia, seppur cittadino della cultura del mondo, sollevato dalla direzione dell'opera "Dama di picche" di Pëtr Il'ič Čajkovskij in scena in questi giorni al teatro La Scala a Milano e a quello dello scrittore emiliano Paolo Nori, traduttore dal russo e appassionato della letteratura Russa, che è stato sollevato dal suo corso alla Università Bicocca, un corso di quattro lezioni che avrebbe dovuto tenere sui romanzi di Dostoevskij, non aiutiamo neanche un po la pace, ma si la GUERRA.

FËDOR DOSTOEVSKIJ RITRATTO NEL 1872 DA VASILIJ PEROV (GALLERIA TRET'JAKOV, MOSCA)
FËDOR DOSTOEVSKIJ RITRATTO NEL 1872 DA VASILIJ PEROV (GALLERIA TRET'JAKOV, MOSCA)

Come giornalista e rappresentante dei giornalisti indipendenti sono TOTALMENTE CONTRARIO all'invio di armi in Ucraina, sono invece a favore dello SPORT quello di De Coubertin che cerca la pace e non quello dei politici dello sport attuale.

W la pace, quella vera, senza censura nemica della verità.

Djàvlon