Perché in Europa “distruggiamo” le nostre foreste?

11/10/2022

I governi europei scommettono miliardi sulla combustione della legna per ottenere elettricità verde.

Non lo diciamo solo noi, il New York Times (e ricordiamoci che è un organo di stampa statunitense, cioè da analizzare con la punta delle dita) ha studiato i costi nascosti in questa strategia e ci spiega la sua versione dei fatti.

Il reportage dice che bruciare tonnellate di legna non avrebbe mai dovuto essere il fondamento della strategia dell'Unione Europea per l'energia verde.

Quando il blocco dei paesi europei ha iniziato a sovvenzionare la combustione del legno più di un decennio fa, è stato visto come un agile stimolo al combustibile rinnovabile e un incentivo per spostare le case e le centrali elettriche lontano dal carbone e dal gas naturale.

L'Europa sta sacrificando le sue antiche foreste per l'energia, all'anima di quelli che criticavano le politiche del Brasile, per non fare abbastanza per la foresta amazzonica (che tra le altre cose il Brasile hanno gestito in maniera egregia durante il governo Bolsonaro). Qui in Europa addirittura fanno della distruzione un'opera di bene per il pianeta ... ha... ha...ha.

Scusatemi, ma la pazienza in questi casi la perdono anche i professionisti, veniamo al caso.

Chip e pellet sono stati commercializzati come un modo per trasformare i rifiuti di segatura in energia verde.

Questi sussidi hanno dato vita a un mercato in espansione, al punto che il legno è oggi la più grande fonte di energia rinnovabile d'Europa, molto più avanti di eolico e solare.

Ma oggi, mentre la domanda aumenta nel mezzo della crisi energetica speculativa, interi alberi vengono abbattuti per produrre energia. E chiaro, anche un bambino lo sa, ci sono prove che la scommessa dell'Europa sul legno per affrontare il cambiamento climatico non ha funzionato.

Le foreste in Finlandia ed Estonia, ad esempio, un tempo considerate risorse chiave per la riduzione del carbonio nell'aria, sono ora la fonte di così tanto disboscamento che gli scienziati del governo le considerano emettitrici di carbonio (anche se l'Europa rimane sotto la Cina e l'India come villano, solo con il 9% dell'ammontare totale delle emissioni). 

In Ungheria, poi, il mese scorso il governo ha rinunciato alle regole di conservazione per consentire un maggiore disboscamento nelle foreste antiche, in Italia e Spagna quelle che non bruciano da sole, sono ormai ridotte al lumicino.

E mentre i paesi europei possono fare affidamento sull'energia del legno per i loro obiettivi di energia "pulita"???? L'agenzia di ricerca scientifica dell'UE ha affermato l'anno scorso che la combustione del legno rilascia più anidride carbonica di quella che sarebbe stata emessa se l'energia provenisse dai combustibili fossili.

"Le persone comprano pellet di legno pensando che siano la scelta sostenibile, ma in realtà stanno causando la distruzione delle ultime foreste selvagge d'Europa", 

ha affermato David Gehl dell'Environmental Investigation Agency, un gruppo di difesa con sede a Washington che ha studiato l'uso del legno nel centro Europa.

L'industria è diventata così grande che i ricercatori non riescono a stargli dietro. La ricerca ufficiale dell'UE non è riuscita a identificare la fonte dei 120 milioni di tonnellate di legno utilizzate in tutto il continente l'anno scorso, un divario maggiore delle dimensioni dell'intera industria finlandese del legno. I ricercatori affermano che la maggior parte è stata probabilmente bruciata per il riscaldamento e l'elettricità.

Un giornalista e un fotografo del New York Times hanno trascorso quattro giorni nelle foreste della Romania, che rappresentano i due terzi delle foreste vergini dell'Unione europea. Lì, hanno documentato il taglio netto degli alberi e hanno seguito i camion provenienti da foreste ecologicamente sensibili.

Adesso però una riflessione importante la dobbiamo fare; se le critiche al Brasile erano ingiuste, ma gli articoli aggressivi sul suo governo sono continuati ad apparire in giornali tradizionali, cosa dovremmo dire del messaggio qui di seguito: 

"Abbiamo bisogno di più energia rinnovabile domestica e autosufficienza, non di meno", 

ha scritto su Twitter a maggio Antti Kurvinen, ministro finlandese dell'agricoltura e della silvicoltura.

 "Promuoverò pienamente l'energia forestale". (Il che significa proporre l'abbattimento delle foreste).

Andiamo al riassunto.

Se diversamente da quanto affermato dalla nota attivista svedese per il clima, l'Europa contribuirebbe solo per il 9 per cento dell'ammontare totale delle emissioni.

La crisi porterà ad un forte utilizzo di centrali a carbone e di combustibili fossili (petrolio, gas, carbone) e alternative, per mitigare i costi e l'approvvigionamento di energia. Però se le alternative peggioreranno il livello di emissioni, la guerra sarà persa prima di essere dichiarata.

Quale può essere, allora, la soluzione? Innanzitutto, andrebbero evitate le tasse etiche in tema di ambiente (green tax); non si sensibilizzano i cittadini mettendo mano al loro portafoglio o accusandoli di aver distrutto il pianeta, quando a farlo sono stati esattamente gli esattori di tali tasse..

Piuttosto, incrementare le ore di educazione ambientale, non solo tra i banchi di scuola, ma nelle file dei nostri rappresentanti, Onorevoli, Ministri, giornalisti e Leader; puntare ad una piantumazione intensiva di alberi, quali miglior filtro contro le emissioni di CO2 e smettendo di abbattere le foreste per farne pellet.

Al fine di raggiungere una vera indipendenza energetica sarà necessario, oltre a prendere in considerazione il nucleare, l'utilizzo di rinnovabili differenti dal legno ricorrendo laddove possibile al fotovoltaico (uffici pubblici, utenze domestiche, autostrade), stimolando con incentivi i cittadini a installarlo nelle loro case.

Ricordando però che le rinnovabili non posso soddisfare del tutto il fabbisogno nazionale. Sarà necessario differenziare il più possibile le nostre fonti di approvvigionamento energetico e smettere di confrontarci con chi produce tali risorse, con sanzioni che ci pregiudicano energicamente vedi Russia, Iran, Bielorussia, Siria e Corea del Nord.

Djàvlon