Le Tradizioni - Pangiallo
Una tradizione culinaria con oltre 2000 anni, sin dal solstizio d'inverno in epoca Romana, si esatto proprio così, una ricetta più antica di questa bisogna cercarla solo prima dei romani.

Il "pangiallo romano" dall'antica Roma on l'avvento del Cristianesimo, come quella dello scambio dei doni è stato adattato alla festività religiosa del Natale, mantenendo viva la tradizione culinaria di questo dolce rustico. I romani lo preparavano per auspicare il ritorno del sole, i cristiani per festeggiare la nascita di Gesù.
Le pagnotte ricche di frutta secca, uvetta, miele e canditi si presentano con una forma tondeggiante e un colore dorato conferito dallo zafferano (spezia immancabile in questo pane) sin dall'antichità imitando proprio il sole.
Vi propongo questa gustosa versione, ricca di frutta secca e candita.
Il Pangiallo ai giorni nostri si prepara generalmente prima del 15 dicembre, poiché ha bisogno di qualche giorno di riposo perché i sapori si amalgamino alla perfezione, la sua realizzazione è molto semplice: basta tritare la frutta secca (tritura grossa), unirvi canditi, uva passa e cioccolato (versione moderna) e impastare il tutto con il miele ben caldo. Niente uova e burro, il pangiallo deve la sua tipica colorazione gialla alla pastella realizzata con farina e zafferano, con cui si spennellano i panetti prima di infornarli.