Le Tradizioni - L'Epifania

04/01/2023

L'Epifania, termine, che nel mondo religioso greco indicava le azioni con cui la divinità si manifestava, passò nel mondo cristiano a designare la celebrazione delle principali manifestazioni della divinità di Gesù Cristo (battesimo nel Giordano, adorazione dei Magi e primo miracolo), restringendosi nella Chiesa occidentale e nella tradizione popolare a indicare la venuta e l'adorazione dei Magi.

La festa tra la notte del 5 ed il 6 Gennaio, commemora principalmente (ma non esclusivamente) la visita dei Re Magi al Bambin Gesù, e quindi la manifestazione fisica di Gesù Cristo ai "Gentili" (pagani, non-cristiani). A volte è chiamata anche il Giorno dei Re Magi.

In questa commemorazione, tra le usanze popolari c'è quella dei falò di inizio anno, quella del tuffo al mare nei paesi dove in questo periodo è inverno, quella dei canti dei piccoli, sin dal rinascimento, vede alcuni bambini (io ne avevo 6 quando ho cominciato e mia sorella 4) girare di casa in casa solitamente vestiti da Re Magi e con una Stella cometa di Betlemme sulle spalle, interpretando canti, per lo più natalizi. È consuetudine per i cristiani in molte località rimuovere le loro decorazioni natalizie alla vigilia dell'Epifania (dodicesima notte), sebbene altri storicamente le rimuovano alla Candelora o alla conclusione dell'Epifania.

Per i bambini, specialmente in Italia, si festeggia la venuta della Befana (corruzione lessicale di Epifania, dal greco ἐπιφάνεια, epifáneia, attraverso bifanìa e befanìa), figura folcloristica rappresentando una vecchietta che vola su una scopa (strega), e che visita tutti i bambini alla vigilia della festa dell'Epifania per riempire le loro calze di dolciumi, frutta secca e piccoli giocattoli se si sono comportati bene. Altrimenti, per quelli che si sono comportati male trovano nelle calze il carbone, patate vecchie e aglio. La famiglia del bambino in genere lascia per la Befana un bicchierino di vino o liquore e un piatto con qualche boccone, spesso regionale o locale. Di solito è ritratta come una vecchina anziana, bruttina e con i i vestiti rattoppati che rappresenterebbero il superamento dell'anno vecchio, in vista di quello nuovo.

In Sicilia, la festa della Befana e molto sentita e celebrata con attività all'aperto.

A Contessa Entellina, Mezzojuso e Piana degli Albanesi, nel palermitano, con tradizioni di origine albanesi, si svolgono festeggiamenti che si dividono tra la cerimonia religiosa e le rappresentazioni nelle piazze principali che simboleggiano il battesimo di Gesù.

In questa circostanza viene immersa per tre volte una croce nella vasca e alla terza immersione viene liberata una colomba, che simboleggia la discesa dello Spirito Santo.

A Messina, nel quartiere "Bordonaro" nella viene allestito "u 'pagghiaru", una delle tradizioni più antiche della città. La sua origine risale all'11mo secolo, introdotto dai Padri Basiliani che portarono dall'Armenia l'uso di festeggiare il giorno del Battesimo del Signore con riti solenni celebrati sotto un grande albero a forma di capanna. La cima di questo albero simbolico, formato da una pertica alta nove metri circa, è rivestita di rami di corbezzoli, agrumi, nastri, ciambelle di pane azzimo e cotone, che simboleggia un abete natalizio e che saranno il premio per i 14 partecipanti che la sera dell'Epifania, dopo la celebrazione della Santa Messa si arrampicheranno per aggiudicarselo.

I festeggiamenti della Befana si concludono con una rappresentazione simbolica, il così detto "U' cavadduzzu e l'omu sabbaggiu", sull'eterna lotta tra l'uomo e le insidie della natura, effettuata da due maschere.

In Calabria, in alcune zone, è viva la leggenda secondo cui, il giorno dell'Epifania, gli animali parlano tra di loro del trattamento subito durante l'anno da parte dei padroni. I contadini calabresi non potevano sentire gli animali o sarebbero stati guai, perché nel caso in cui il padrone non fosse stato gentile o fosse entrato nella stalla per ascoltare i loro discorsi, gli animali lo avrebbero maledetto, attirando su di lui e sulla sua famiglia misteriose disgrazie e sciagure. Per scongiurare il problema, la sera della vigilia, bisognava riservare loro parole gentili e farli mangiare in abbondanza nutrendoli con 13 tipi di alimenti, come nella notte di Natale.

Mito o leggenda che sia, si tratta di una tradizione contadina che ci lascia una morale ben evidente: trattare male gli animali che vivono con noi, non può portare a nulla di buono.

L'Epifania conclude il periodo di festività più atteso dell'anno ed in Calabria non può mancare il tradizionale cenone della vigilia. Le famiglie calabresi sono solite riunirsi e festeggiare con un abbandonante cenone a base di pesce dove a farla da protagonista è la pasta alla mollica (nel dialetto cosentino pasta ammuddricata) ed il baccalà.

Per la culinaria in Italia poi è sempre festa e non mancano le usanze anche nell'epifania.

Napoli e o broro 'e purpo, il brodo di polpo, uno dei piatti di strada più antichi. Si dice che abbia origini nella cultura greca e appare per le strade partenopee intorno al XIV secolo e tramandata di famiglia in famiglia, con la ricetta tradizionale. Nella notte dell'Epifania, si conserva l'usanza di berlo in strada camminando per le zone della città, dovrete camminare molto, perché il tentativo di distruggere le nostre tradizioni è in atto e ormai sempre più raramente si possono trovare queste vere chicche, come la prima pastiera dell'anno. E rimanendo nei dolci in Toscana potrete provare i cavallucci di Siena o i befanini toscani, golosi frollini profumati alla vaniglia e decorati in superficie con zuccherini colorati a Varese invece i cammelli di pasta sfoglia ed in Piemonte la Fugassa d'la Befana, tornando al sud inPuglia si preparano le pettole, dette crespelle con le acciughe a Reggio Calabriae in altre regioni. Potrei citarne centinaia di dolci dell'epifania, come i Purcidduzzi salentini o le cartellate baresi, i Pepatelli in Abruzzo e Molise, le pecorelle delle Marche, la Pinza de la Marantega in Veneto o per finire gli Anicini in Liguria per non offendere nessuno.