Le Tradizioni - L'Albero di Natale
L'albero di Natale è il simbolo più diffuso delle feste natalizie. La tradizione di addobbare un albero sempreverde ha origini antiche, ed è difficile ricostruirne la storia con precisione: alcuni lo collegano a riti precristiani legati alla fertilità e al trascorrere delle stagioni, altri ad antiche usanze druide. Sélestat, in Alsazia, rivendica la paternità dell'abete natalizio e propone così la sua storia, ampiamente documentata.

Se risaliamo alle presunte origini, la consuetudine di scambiarsi, doni, ma ancor prima un rametto di una pianta sempreverde come segno di buona fortuna in occasione delle feste del solstizio d'inverno risale agli antichi romani, ma per altri ai druidi, cioè ai sacerdoti celti.
Fonti fanno risalire il primo albero di Natale di cui si abbia documentazione storica verso il 1611, quando la duchessa di Brieg in Germania, fece trapiantare in un enorme vaso un albero del giardino e lo posizionò nel suo salone, in modo da completare la decorazione della sala.
Gli abitanti della cittadina di Sélestat, in Alsazia a pochi chilometri da Strasburgo, raccontano diversamente questa tradizione, partendo da molto tempo prima, completamente legata allo spirito religioso, cancellando la usuale contrapposizione tra l'albero di Natale, attribuito alla tradizione "mondano-pagana" e chiaramente commerciale della festa, e il presepe, legato invece allo spirito cristiano dell'avvenimento.
Quindi, i primi documenti attestando la presenza di alberi devozionali, addobbati in occasione del Natale, a Sélestat, risalgono al dicembre del 1521: infatti, nei libri contabili della città, tutt'ora in esposizione nella Biblioteca locale, sono accuratamente registrati gli stipendi versati alle guardie civiche addette alla sorveglianza dei "meyen", come all'epoca erano chiamati gli alberi votivi decorati per celebrare queste date.

L'abete natalizio è comunque una tradizione, come tante altre, cristianizzata da usanze precedenti, e di uso comune visto che già in epoca medievale era in uso abbellire il sagrato delle chiese con alberi sempreverdi decorati con ostie non consacrate e frutti, specialmente mele rosse, in occasione delle rappresentazioni sacre della Natività e dopo San Francesco di Assisi dei presepi viventi. Quindi nel Cinquecento la tradizione dell'albero si diffuse nelle case dell'Alsazia, sostituendo gli alberelli le decorazioni realizzate con le fronde sempreverdi, anche loro di origine romana. L'abete, poi, con la sua forma triangolare, era simbolo della Santissima Trinità. Le decorazioni più utilizzate a quel tempo erano le mele rosse, ricordando il Peccato Originale e le ostie non consacrate, simbolo immutabile della Redenzione.
L'albero era appeso al soffitto e solo successivamente vennero appoggiati a terra in un vaso apposito e a partire dal Seicento le mele e le ostie cominciarono ad essere sostituite da fiori di carta, biscotti e piccoli dolci di forma rotonda. Le sfere colorate che utilizziamo ancora oggi nascono verso la metà del 1800, quando per problemi di risparmio alimentare utilizzare i frutti e i dolci per decorare l'albero di Natale sembrava uno spreco.
Artigiani cominciarono a creare delle palline di vetro che potessero svolgere lo stesso ruolo, senza privare le famiglie di un alimento necessario: dalla loro abilità nacquero quindi le prime sfere scintillanti e multicolori. Accanto alle classiche palline rosse sono comparsi in seguito altri elementi decorativi, come le campanelle, gli angeli, e alla sommità dell'albero, prima la punta, poi la stella cometa.
La consuetudine dell'abete di Natale, pur avendo le sue origini, nell'antica Roma, si diffuse in larga scala, come tradizione natalizia in Italia a partire dal 1898, quando la Regina Margherita di Savoia ne fece allestire uno, alla corte, ispirandosi a quelli ammirati nelle corti europee.
L'abete natalizio è un simbolo che invita le famiglie a radunarsi in un'atmosfera di pace e di condivisione, di forme ormai strabilianti, come quello di libri o di cactus, bellissimi o semplici e alcune volte come un'opzione accanto al quale scambiarsi doni di amore e di gioia, nello spirito del Natale, sempre accompagnato dal presepe e possibilmente dal suono della zampogna.
In questo tempo di oppressioni alle nostre tradizioni, una forma di contrasto è lo stimolo a coltivarle maggiormente.
Djàvlon