Il video di Davòs sul controllo cerebrale

13/02/2023

Vi riportiamo un intervento su RadioRadio del Prof. Giovanni Frajese Endocrinologo e professore dell'Università di Roma, presentando le sue perplessità sul nuovo sistema lanciato a Davos per il controllo celebrale, indicato per tutta la popolazione mondiale.

Tecnologie sempre più avanzate ed invadenti sono ormai parte della nostra quotidianità. Un tema che il Prof Frajese ha affrontato durante "Un Giorno Speciale" riportando una preoccupante novità: "Ho visto un video che vi invito ad andare a guardare che si chiama 'Davos M23 Really for brain Transparency?' Del World Economic Forum, uno di questi incontri che hanno fatto a Davòs l'ultima l'ultima volta. Dà veramente uno squarcio del futuro che questi psicopatici immaginano. Che cosa si vede? La battaglia per il per il cervello. Questa tecnologia è già presente in questo momento e verrà tirata fuori quest'anno stesso. Ci sono praticamente delle cose che metti sull'orecchio che, in qualche maniera, come sensori registrano quelle che sono le tue onde cerebrali.

Scegliete su youtube i sottotitoli e la traduzione in italiano

Frajese continua descrivendo nella pratica come dovrebbero funzionare questi apparecchi: "L'idea che loro hanno e che hanno già fatto i test su Amazon e su una serie di altri grossi colossi è che i dipendenti debbano indossare questi questi trasduttori del segnale che questo qui contemporaneamente mandi allo schermo del computer e alla persona che sta controllando l'attività cerebrale di tutti i dipendenti. Perché se noi ci distraiamo da quello che stiamo facendo, per esempio, abbiamo un pensiero riguardo un possibile flirt romantico con un collega, il cambiamento delle nostre onde cerebrali viene identificato dalla macchina che manda un segnale di attenzione a quelli che stanno lì a controllare a che cosa stai pensando mentre stai lavorando. E quindi è in pratica una sorveglianza, come diceva quel demente di Harari, che è sotto la pelle praticamente in continuazione".

La situazione è peggiore di quanto si potesse immaginare secondo Frajese: "Vorrebbero entrare nei nostri pensieri mentre sei al lavoro, per capire se sei concentrato su quello che stai facendo. Se per caso ti divaghi in qualche maniera. Non posso che essere grato a questi psicopatici perché in qualche maniera ci rendono noti quali sono i loro piani e la visione che hanno del mondo. Insomma un mondo completamente distopico che questi disgraziati comunque provano davvero a far realizzare.

Parole del Prof. Frajese, io personalmente vorrei aggiungere:

L'oratore parla con il pretesto apparentemente nobile che dobbiamo prepararci per l'uso equo e giusto della neuro tecnologia sul posto di lavoro. Ma, ormai siamo abituati alle chiacchiere storicamente modificate, i sistemi di controllo che sono stati installati per gestire la popolazione sono sempre stati consegnati sotto la stessa retorica di efficienza, salute, sicurezza e benessere. La classe dominante e i suoi lacchè ufficiali devono fingere di assumersi il peso della responsabilità sociale, di governarci, di gestirci "per il nostro bene", come con la punturina, ma il loro sorrisino tradisce la verità. 

La funzione di questo tipo di discorso palliativo interessato non è la preparazione, ma la normalizzazione anticipativa: siamo portati a credere, in un tono neutro e abbastanza sobrio, che questa tecnologia è inevitabile (Vi ricorda qualcosa "Devi iniettarti per il bene di tutti" anche se non funziona e fa male), che dobbiamo abbracciarla e che potrebbe, se gestita correttamente, persino liberarci da eventuali rischi e danni evitabili (ricordate le parole di Draghi sul siero magico "non ti vaccini, ti ammali e muori. Oppure, fai morire: non ti vaccini, contagi, lui o lei muore"). 

Non fatevi ingannare nuovamente dalla strategia morbida, questo è in realtà un cavallo di Troia ideologico.

Chi detiene il potere sá che se questo tipo di tecnologia fosse ampiamente implementata senza l'accenno alla morale, difficilmente avrebbe successo, sarebbe vista con sospetto e vedremmo chiaramente per quello che è: uno strumento per garantire il controllo sociale delle masse mentre intensificano il loro sfruttamento e accelerano il degrado degli standard di vita di noi esseri umani

Questo sermone tecnocratico a Davos è uno stratagemma per introdurci alle nostre nuove catene. 

Un po' di "terapia dell'esposizione", mentre scivoliamo dolcemente nella follia distopica di un altro episodio rifiutato di black-mirror. Il corral intorno a noi, nuove vacche da latte, si sta chiudendo ermeticamente. 

Dobbiamo rifiutare, il massimo possibile tutto questo. Dobbiamo ribellarci contro il moralismo insinuante di questa nuova forma passiva-aggressiva di autoritarismo. Prima che sia troppo tardi. 

A. Ruggeri

Post recenti sul nostro blog