“I DATI ITALIANI SULLA PANDEMIA SONO FALSATI”

01/12/2022

"I DATI ITALIANI SULLA PANDEMIA SONO FALSATI": LA RELAZIONE DELL'AVV. SANDRI IN CORTE COSTITUZIONALE

La relazione di questo importante giurista stimato mondialmente alla corte costituzionale, arricchita da prove e documentazioni ufficiali e sacrosantamente incontestabili.

Potrete vedere il Video originale qui di seguito o su Byoblu.

Una relazione da ascoltare parola per parola perché mette in luce le principali criticità sul piano scientifico, prima ancora che giuridico, sull'obbligo vaccinale anti-Covid19.

Le parole dell'avvocato Mauro Sandri nell'aula di palazzo della Consulta sono chiare, a partire dal problema dei tamponi usati a scopo diagnostico: "Siamo l'unico Paese al mondo che ha 23 milioni di asseriti malati di Covid che tali non sono", ha spiegato davanti alla Corte Costituzionale l'avvocato, che ha insistito sul fatto che sia stata indentificata la malattia Covid con il virus Sars Cov2: in questo modo è stata sovrapposta "la causa con l'effetto", "due concetti scientifici totalmente diversi", in base a questo, "ogni soggetto rilevato positivo ad uno strumento in vitro" è diventato "automaticamente un malato di Covid".

Sandri ha toccato il problema dei cicli di amplificazione dei test PCR, usati impropriamente a scopo diagnostico, e ha ribadito l'evidenza sull'inutilità dei vaccini Covid nell'impedire il contagio, questione peraltro confermata al Parlamento europeo dalla stessa Pfizer durante l'audizione della dirigente della casa farmaceutica Janine Small.

un commento di San-dro sulla pagina di Byoblu dice: 

C'è chi sostiene, a ragione, che molto probabilmente la Corte emetterà una sentenza su indirizzo politico e non giudiziario. Da come si stanno svolgendo i fatti, a mio parere, è la stessa Corte che ci sta dicendo che la sentenza sarà di natura politica. Il motivo? Se fossi un membro della Corte, direi, a coloro che si stanno avvicendando per convincere me e i miei colleghi circa la non coerenza tra "vaccino" e infezione da covid, invitandoci, dunque, a sentenziare in favore al non obbligo, che tali questioni esulano dal diritto, in quanto il mio compito e quello dei miei colleghi in qualità di pubblici dipendenti, è solo quello di prendere atto della Carta Costituzionale Italiana e, a seguire, di quanto statuito dall'apartheid prevista dalla convenzione internazionale della Corte dell'AIA; dall'art. 3 e 21 della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea; dal Codice di Norimberga; dalla convenzione di Oviedo del 04 aprile 1997. Tutti accordi indistintamente sottoscritti anche dall'Italia.

Fonte: Byoblu