Flop non è solo di Sanremo

Se pensiamo che tutti gli italiani sono chiusi in casa, senza teatri, cinema, bar e ristoranti che funzionino dalle 18 in poi e senza mobilità dalle 22:00 alle 05:00 del mattino, il fatto che soli 8 milioni 363mila spettatori con share del 46,6% d'ascolto medio, hanno assistito alla prima serata del 71esimo Festival di Sanremo, ti fa capire perché è un flop.
Pensate che rispetto a un anno fa, la competizione canora condotta da Amadeus e Fiorello, registra un calo di quasi 2.000.000 di spettatori a serata. bisogna tornare indietro di 10 anni al Sanremo 2011 condotto da Gianni Morandi per trovare una media della prima serata inferiore a quella attuale. Non meglio le serate due e tre, anche se il festival chiede allo sport di partecipare, come lo scorso anno, per aumentare gli ascolti. Alla musica di discutibile qualità si cerca di sovrapporre gli atleti di grande qualità come Siniša Mihajlović e Zlatan Ibrahimović, Federica Pellegrini e Alberto Tomba e gli ospiti, cantanti, più amati, da Il Volo a Laura Pausini e addirittura (in memoriam) Ennio Morricone con tutta la famiglia, ma lo share continua basso in relazione al 2020 -11,2%.
Abbiamo chiesto ai nostri lettori italiani se hanno assistito a Sanremo, 70% hanno detto NO.
Allora a quel 70% che hanno risposto NO, abbiamo chiesto "Perché?" E le risposte sono queste:
Non mi piace 30%
Preferisco Fuori dal Coro 10,6%
Troppi riferimenti covid 10,4%
Mancano i big 10%
Tornare a una competizione con Pausini, Volo e Bocelli 8%
Musica di basso livello 7,5%
Amadeus-Fiorello, sa troppo di già visto 5%
Manca la platea 4,5%
Non rappresenta più la buona musica 2,7%
Troppe baggianate, più serietà 2,3%
Altro 9% (tra questi i palloncini a forma di pene)

Sanremo è in calo, forse è arrivata l'ora di tornare al passato.
"Poltrone vuote, applausi finti. Libertà finta, controllo vero. E' questo il primo parallelismo che affiora spontaneamente alla mente quando guardo il Festival di Sanremo,"
parole di Maurizio Scandurra, giornalista, saggista e critico musicale e continua sulle pagine di ImolaOggi
"penso alla situazione di dittatura cibernetico-digital-sanitaria in cui siamo stati da UE e soci confinati".
Realmente sembra una vero e proprio FINTO FESTIVAL.
Con Fiorello, simpatico a singhiozzo, applaudito da suoni e palloncini, volgari o infantili, molto lontani dal pubblico reale. Applausi, come dice Maurizio, per canzoni di qualità discutibile sino a quando alla soglia degli ottant'anni arriva Orietta Berti e lí realmente, mi sembra di stare nei vecchi festival dell'Unità o alla sagra del cinghiale.

Un capitolo a parte per Amadeus, del quale non ho mai capito l'accostamento a Pippo Baudo o Mike Bongiorno. Insomma uno spettacolo pieno di luce, ma vuoto di gente e contenuti, grande orchestra, ma musica non all'altezza per un pubblico di italiani incazzati, costretti forzatamente in casa (come dice Scandurra) mentre una limitata combriccola di prediletti se la canta, se la ride, se la suona.
Chiaramente un'occasione mancata, dove si poteva dare spazio ai grandi della nostra canzone, esclusi, in nome di pseudo-cantantucoli del web che avrebbero, a detta di direzione e commissione artistica, fatto impennare gli ascolti perché cosiddetti 'di tendenza' fra i giovani.
A completare le parole di Maurizio, direi che, questa direzione e commissione artistica, assomiglia al cosiddetto comitato tecnico scientifico di Conte di cui gli italiani ne hanno fin sopra i capelli, e posso solo dare ragione al collega, il FLOP non è solo di Sanremo, ma dell'Italia intera.
Djàvlon