Elezioni SPORCHE
Per quante cose anomali, si siano già viste in Brasile negli anni, non c'è mai stata una campagna elettorale come questa, né una successione presidenziale così sporca. Il TSE conduce le elezioni come se fosse un evento interno della sinistra, in cui Lula impartisce gli ordini.
E guardate che Lula era sino a poco tempo fa in carcere, liberato dagli stessi personaggi che oggi lo sostengono in tutto nel STF, non per non aver commesso i fatti per i quali era stato condannato al carcere dai comuni giudici, ma per non corretta giurisdizione, dopo che in tutte le istanze era stato condannato.
Eppure il Brasile non aveva mai visto un presidente amato come Bolsonaro, preoccupato a far crescere il suo paese, anche durante la pandemia.
Il peggio è che tutto questo era stato già previsto da qualcuno dell'alta corte.
Nei primi mesi dell'anno l'ex ministro del Superiore Tribunale Federale Marco Aurélio Mello partecipò ad una serie di interviste sull'andamento della feroce disputa elettorale che si stava delineando in Brasile. L'ex giudice ha trascorso trent'anni alla Corte suprema federale (STF) ed è stato per ben tre volte presidente del Tribunale elettorale superiore (TSE). Nessun'altra affermazione di un giudice è stata così profetica come la sua su ciò che sarebbe accaduto nel Paese nell'ultima fase delle urne: "Temo che ci saranno tempeste".
Marco Aurélio Mello si riferiva specificamente all'arrivo del suo ex collega in toga Alexandre de Moraes alla presidenza del TSE, classificando, il gala e il discorso tenuto da Moraes al suo insediamento come "un evento disastroso".
Quando devi fare la pasta, metti l'acqua sul fuoco a bollire, giusto? Il fuoco la scalda sempre di più, finché, a un certo punto, l'acqua bolle.
Ormai il Brasile è al limite della sopportazione, questo tribunale e buona parte dei suoi addetti è arrivato al limite e il cittadino sta bollendo, loro sono diventati una grave minaccia alla democrazia. Sarebbe giusto in qualsiasi paese del mondo, fare uno stop e analizzare, ma questo è il Brasile del ministro Alexandre de Moraes e dei suoi colleghi alla Corte suprema federale, e le cose non stanno così. Qui il ministro Moraes dirà che in effetti c'è l'acqua a bollire, che l'acqua è andata al fuoco fino a quando non ha bollito; tutti questi fatti sono "veri", come ammetterebbe lui stesso, e allora cosa fare.
Ma lo stesso Moraes, però, può decidere che l'acqua non bolle mai. In questo caso, si tratta di fake news mascherate da vere notizie. Secondo Moraes e colleghi, questo si chiama "disturbo dell'informazione"; è un nuovo tipo di "atto antidemocratico", che deve essere severamente punito per salvare lo "stato di diritto" in questo Paese.
In realtà nel mondo e specificatamente in Italia e altri paesi, abbiamo provato tutto questo con la pandemia e il Green pass e forse lo stiamo provando con la situazione Russia-Ucraina, nessuno poteva mettere in discussione i virologhi TV e i ministri, ma era il governo (anche se non eletto) a imporlo non un giudice, che poi non ha mai fatto il giudice sino a essere indicato per il STF.
Attenzione, quindi in Brasile: "l'acqua bolle solo quando il ministro lo permette".
Il cittadino non può più chiedere nulla, reclamare poi? Perché chi lo facesse potrebbe all'improvviso essere intrappolato nell'indagine criminale, illegale e perpetua avviata da Moraes per reprimere attività "non democratiche" (come la censura alla Radio Tv Jovem Pan condannata anche negli USA). Ma, se qualcuno lo chiedesse, la risposta sarebbe «Perché il ministro ha sempre ragione", e nel Brasile di oggi la suprema corte di giustizia si è data una funzione finora sconosciuta nel diritto universale in virtù della quale solo il ministro Moraes e colleghi possono davvero giungere alle giuste conclusioni. È la nuova Teoria Generale delle Conclusioni: il suo comandamento fondamentale stabilisce che qualsiasi conclusione, per quanto basata su fatti autentici, è corretta solo se l'STF, o TSE, o qualcosa di simile, decide che è corretta. Questa teoria può anche avere un altro nome: Ordinamento universale del mondo secondo la volontà di Lula.

Anche se poi già c'è chi dice che stanno preparando anche la sua uscita a favore di qualcuno che sia più interessante per gli americani, gli stessi che lo appoggiano, lo farebbero fuori, prima o poi.
Djàvlon
Fonti e fatti noti: Brasil Paralelo; Revista Oeste; Censura Jovem Pan; TSE, STF, NTD, Fox