Nuovo Filippo Neri in Brasile

Filippo Romolo Neri (Firenze, 21 luglio 1515 - Roma, 26 maggio 1595) è stato un presbitero, educatore e attivista italiano, venerato come Santo dalla Chiesa cattolica. Fiorentino d'origine, si trasferì, ancora molto giovane, a Roma, dove decise di dedicarsi alla propria missione evangelica in una città corrotta e pericolosa, tanto da ricevere l'appellativo di «secondo apostolo di Roma».
Radunò attorno a sé un gruppo di ragazzi di strada, avvicinandoli alle celebrazioni liturgiche e facendoli divertire, cantando e giocando senza distinzioni tra maschi e femmine, in quello che sarebbe, in seguito, divenuto l'Oratorio, ritenuto e proclamato come vera e propria congregazione da papa Gregorio XIII nel 1575.
Per il suo carattere burlone, fu chiamato il «santo della gioia» o il «giullare di Dio».
Alla sua vita e ai suoi detti sono ispirati "State buoni se potete", film del 1983 di Luigi Magni dove Filippo è interpretato da Johnny Dorelli, un omonimo album del cantautore Angelo Branduardi, colonna sonora di detto film, e uno sceneggiato televisivo del 2011 Preferisco il Paradiso, di Giacomo Campiotti e interpretato dal nostro Gigi Proietti (in paradiso dal 02 novembre 2020).
San Filippo Neri, grande testimone della Fede, innovatore nei metodi ma fedelissimo ai principi della Tradizione. Ebbe estimatori illustri, come l'amico cardinale Carlo Borromeo. Fu sempre un semplice prete, che dedicava tantissimo tempo alla confessione. Il fatto che girasse per le strade per salvare i bambini dalle fauci dei quartieri romani, lo ha fatto indicare da qualcuno come il primo "prete di strada". Magari fossero davvero come lui i "preti dì strada": si presentava sempre con la sua veste talare, era in giro non per fare discorsi o per attirare l'attenzione dei potenti, ma per salvare le anime. Degli onori, anche di tipo ecclesiale, a Filippo non importava nulla: rifiutò persino di diventare cardinale, rispondendo all'offerta della berretta cardinalizia con una frase assai eloquente: «Preferisco il Paradiso».
Comunque sia, Filippo Neri fu grande protagonista dell'epoca d'oro della Controriforma della Chiesa, che diede alla sfida lanciata con arroganza da Lutero anzitutto una risposta di santità. L'eresiarca di Wittenberg venne smentito nei fatti dai grandi santi, dai mistici, dagli asceti, dai semplici e umili preti fedeli alla dottrina.

Eppure oggi esistono preti capaci di questo? Contro la pandemia, l'arroganza dei poteri e la difesa dei veri valori della chiesa?
In Brasile, vicino alla sua capitale Brasilia esiste un prete polacco, si polacco come San Giovanni Paolo II, che non ha paura di nessuno e esorta i fedeli a vere battaglie per difendere la vita e i cittadini brasiliani contro la violenza, la pedofilia, le milizie e chiaramente contro l'aborto, usa l'abito talare ed è uno dei direttori di pro-vita e pro-famiglia.

Padre Pedro Stepien (Piotr Stepien in polacco), così è chiamato dalle migliaia di persone che lo seguono, ama i bambini le famiglie, difendendole con unghie e denti, chiese ed ebbe dal presidente brasiliano Bolsonaro la promessa che se il congresso avesse approvato la legge sull'aborto Lui gli avrebbe messo il veto (diritto del presidente in Brasile di annullare una legge del congresso).

Tutti i giorni sulla sua utilitaria, ormai mezza scassata (come dice Lui), corre da una comunità all'altra incurante delle minacce di morte ricevute e degli attacchi continui da parte di forze politiche e religiose (spostate a sinistra), rifiutando come Filippo Neri il cappello di Cardinale (comodità e vantaggi), per cercare, aiutando i brasiliani e il Brasile, il paradiso.
Da giornalista attento, ho scoperto in questo prete, Padre Pedro Stepien, il vero messaggio di Cristo e di Maria, un progressista fedele alla dottrina e ai principi, ma ancora capace di lottare, quindi di credere ancora, che la nostra chiesa avrà un futuro, magari con l'aiuto di un nuovo Filippo Neri, di chi insomma a discapito della sua vita, lotta ancora contro l'aborto, la pedofilia, la violenza e le milizie, uno che ai favori:
«Preferisce il Paradiso».
fonte: Wikipedia, @pe.piotrstepien, Paolo Gulisano (Ricognizioni), twitter
Djávlon